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Medicina di precisione, via a Heal Italia: prima filiera nazionale

È nata Heal Italia, la prima filiera nazionale dedicata alla ricerca e all’innovazione nel campo della Medicina di Precisione, finanziata con 114,7 milioni di euro. L’iniziativa fa parte di uno dei 14 partenariati estesi previsti dal Pnrr nell’ambito della Missione 4 Componente 2 ‘Dalla Ricerca all’Impresa’, con lo scopo di investire in poli di innovazione per rafforzare le filiere della ricerca a livello nazionale e promuovere la loro partecipazione alle catene di valore strategiche europee e globali.

Il progetto Heal Italia (Health Extended Alliance for Innovative Therapies, Advanced Lab-research, and Integrated Approaches of Precision Medicine) è stato presentato dall’Università di Palermo, in qualità di soggetto proponente, insieme ad altre 11 Università, l’Istituto Superiore di Sanità, cinque Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico, sei aziende e una fondazione di ricerca, e rappresenta la prima rete nazionale di scienziati, tecnologi e giovani ricercatori che sviluppano conoscenze e tecnologie innovative al fine di portare il Sistema Sanitario Nazionale nell’era contemporanea della Medicina di Precisione attraverso nuovi metodi, nuovi servizi e un network di dati clinici a supporto della ricerca traslazionale per diagnosi e terapie avanzate nella lotta al cancro e alle malattie cardiovascolari, metaboliche e rare.

Molto importante il ruolo del Bi-Rex-Competence Center di Bologna specializzato sui Big Data, che all’interno di questo progetto lavorerà a supporto dei processi di trasformazione digitale e Big Data Management nei confronti del mondo della sanità, del farmaceutico, della ricerca e innovazione. Complessivamente, il team di ricerca è composto da 350 ricercatori afferenti ai partner di progetto e verrà ulteriormente potenziato con il reclutamento di più di cento nuovi ricercatori e formando oltre cento dottorandi.

Il progetto, coordinato da Giorgio Stassi, docente di Scienze Tecniche di Medicina di Laboratorio, ha come scopo quello di “identificare e ridurre le disuguaglianze sanitarie oggi estremamente ampie tra Nord e Sud Italia, sviluppando una roadmap di collaborazione interregionale per definire strategie innovative basate sull’evidenza scientifica e facilmente utilizzabili nella pratica clinica”, spiega Stassi. “L’obiettivo generale è quello di fornire percorsi diagnostici predittivi e non invasivi, nuovi, economicamente vantaggiosi e basati sull’evidenza“.

Si punta quindi alla creazione di soluzioni a sostegno delle terapie innovative e della diagnosi precoce, consentendo al cittadino di scoprire il prima possibile la patologia e curarla al meglio e offrendo al sistema sanitario sistemi utili alla gestione quotidiana dei servizi territoriali e di presa in carico del paziente. “La nostra visione è quella di facilitare la transizione verso strumenti di rilevamento ultrasensibili, efficienti in termini di costi e di tempo, che consentano la diagnosi precoce e lo screening frequente dei pazienti, due delle pietre miliari degli approcci alla medicina di precisione. Lo sviluppo di dispositivi innovativi per la diagnosi di precisione e la terapia personalizzata influenzerà il decorso della malattia e i risultati specifici del paziente”.

Le otto unità operative del progetto seguono il percorso logico della ricerca traslazionale e vanno dallo spoke di Holistic Nosology per identificare, classificare e perfezionare i fenotipi delle malattie multifattoriali, a quello di Intelligent Health per la gestione dei dati e lo sviluppo di metodi avanzati, algoritmi e approcci di apprendimento automatico basati su intelligenza artificiale e machine learning per l’integrazione dei dati sanitari, Prediction Models per lo sviluppo di metodi al supporto di diagnosi precoci e prognosi personalizzate, 4D-Precision Diagnostics per una diagnosi “precisa nello spazio e nel tempo” basata su approcci quadridimensionali che integrano biomarcatori clinici e di imaging, Next-Gen Therapeutics per la progettazione e validazione di strategie terapeutiche innovative e personalizzate basate sui dati del singolo paziente, Healthy Toolbox per lo sviluppo di dispositivi innovativi per la diagnosi e terapie di precisione, Prevention Strategies per lo sviluppo di strategie di prevenzione e di medicina di genere basate su approcci integrati e su dati biometrici ambientali, di stile di vita e clinici, Clinical Exploitation per la convalida clinica e l’implementazione di approcci innovativi di medicina di precisione predittiva, preventiva, diagnostica e terapeutica, basati su fenotipi molecolari e clinici consolidati o emergenti e su protocolli decisionali guidati dall’intelligenza artificiale.

“Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra con tutti i soggetti partecipanti, non solo dal punto di vista dell’impostazione scientifica, ma anche condividendo l’impostazione gestionale, superando logiche esclusivamente accademiche o aziendali e prevedendo ruoli di governance equilibrati fra soggetti pubblici e privati per garantire la funzionalità delle scelte”, afferma Andrea Pace, Presidente della Fondazione Heal Italia. “Lo schema di lavoro proposto e condiviso ha previsto l’identificazione di Spoke tematici, interdisciplinari e fortemente interconnessi per sviluppare soluzioni per classi di patologie ad alto impatto sociale come il cancro e le malattie cardiovascolari, metaboliche e rare. Questa sfida richiede una strategia condivisa, coordinata e multisettoriale, basata su una filiera metodologica di ricerca trasversale che includa tutte le fasi, da quelle di prevenzione e screening alla diagnostica avanzata fino alla medicina personalizzata, con la visione a lungo termine di soddisfare il diritto di ogni persona a ricevere in modo omogeneo servizi sanitari efficaci, personalizzati e sostenibili, nel rispetto della privacy e della protezione dei dati, a beneficio dell’intera comunità”.